Il progetto di rimboschimento del nostro uliveto vecchio, nei pressi dell’antica masseria Carignani (a metà strada tra l’agricampeggio e il villaggio Boncore), colpito dal disseccamento, è nato proprio durante l’anno della pandemia, e ci impegnerà per i primi anni di vita di questi ottocento giovani alberi; tra una decina d’anni, come abbiamo visto dalla nostra prima esperienza di rimboschimento, anche qui ci sarà ombra, riparo dal vento, frutta e uccelli, che renderanno il posto un ambiente vivo e piacevole, abitato e accogliente.
Da questa iniziativa, anche i nostri vicini, Alvar, Marinella e Viola, hanno preso ispirazione per rimboschire con trecento alberi, due ettari del loro fondo. Entrambi i progetti sono stati autofinanziati, con la consapevolezza che questo è un investimento in qualità di vita, salute, bellezza, e in certi casi anche in future opportunità di lavoro.
Nel 1996, con il finanziamento della Regione e dell’Ente Forestale furono piantati tre boschi, qui all’interno del cerchio della pista, di 5000 alberi ciascuno. Quello di Giovanni Seclì, ambientalista da sempre e attivista, il nostro, e quello del nostro vicino (i due boschi sono attigui) Uccio Andriani.
Oggi sono cresciuti, hanno creato habitat diversi, si trovano funghi, asparagi, persino un tipo di tartufo, una discreta varietà di uccelli (barbagianni, falchi, upupe, civette, gazze etc.), volpi, tassi, piante spontanee commestibili, e a chi, come noi, lo ha vissuto intensamente, il bosco ha dato molto altro ancora.